Combattiamo gli sprechi
Ogni giorno, ingentissime quantità di cibo fresco finiscono dritte dritte nella spazzatura.
E questa ignobile pratica, purtroppo, non solo è comune alla maggior parte di noi “consumatori”, ma anche a tutta la catena della grande distribuzione. Basti pensare, ad esempio, che come in una famiglia media del nord, ogni persona, produce 73 kg di avanzi alimentari, anche nella maggior parte dei supermercati, il destino inevitabile di tonnellate di alimenti di prima qualità è il cestino dell’immondizia. Secondo alcuni dati del 2008, infatti, giornalmente finiscono in discarica 4mila tonnellate di alimenti.. a dimostrazione di come noi, acquistando più cibo del necessario, e le aziende, sprecando le eccedenze alimentari, “divoriamo” letteralmente terra e risorse.
Per fortuna, sono moltissime, e di sempre maggiore proliferazione, le aziende no-profit che si occupano di dar “una seconda vita” a questi prodotti destinati allo spreco, al fine di ridistribuirli a chi ne ha bisogno, limitando così, anche un insostenibile costo economico ed ambientale.
Una figura chiave di questa nuova e più che positiva tendenza-anti spreco è Tristram Stuart, scrittore ed attivista trentenne, londinese, da molti definito il “Robin Hood dei cassonetti”. Grazie all’ausilio di “Waste”, il suo ultimo libro, egli ha infatti dato il via ad un vero e proprio movimento internazionale contro gli sprechi, per il recupero del cibo e la sua equa redistribuzione.
Ma cosa possiamo fare, noi, nel nostro piccolo?
Innanzitutto, imparare a fare una giusta lista della spesa, valutando ciò che abbiamo già nel frigo e pensando ai piatti che, effettivamente, abbiamo intenzione di cucinare. In secundis, non aver paura di riutilizzare gli avanzi del giorno prima: la maggior parte delle ricette “classiche”, infatti, nascono proprio dalla necessità del “riciclo” alimentare, al fine di evitare inutili, dannosi e costosi sprechi! Importante, è anche stare attenti a non confondere la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”, riservata ad alimenti che non prevedono lo sviluppo di batteri , con la “data di scadenza”, relativa a cibi preconfezionati ed altamente deperibili. Solo quest’ultima, infatti, è una guida all’alimentazione sicura, dal momento che il “consumarsi preferibilmente entro” è, più che altro, una garanzia di qualità , puramente indicativa!